Mambretti – nota tecica

Il Rifugio Mambretti sorge su un poggio erboso nei pressi della testata terminale della Val Caronno.

Tra le vette che lo circondano, le principali sono la Punta Scais (m. 3039) e il Pizzo Redorta (m. 3038), due delle tre sole cime delle Orobie che (assieme al Pizzo Coca) superano i tremila metri.
E’ ben visibile inoltre quanto resta del ghiacciaio Porola e, sul fondovalle, il lago di Scais.
Il rifugio è dedicato allo sfortunato alpinista Luigi Mambretti deceduto nel 1929 durante una ascesa alla Punta Scais.
Il rifugio è chiuso; chi desidera utilizzarlo deve procurarsi le chiavi presso i custodi della Diga di Scais (dopo Agneda) mettendosi d’accordo con il sig. Luigi Colombera: 340 167 5592

Lasciamo la statale 38, alcuni chilometri dopo Sondrio, per girare a destra (sud) in direzione di Piateda. Continuiamo poi verso Piateda Alta, poi prima della frazione MONNO a destra c’è un bivio per Rif. Mambretti,  Vedello ed Agneda. In inverno la macchina si lascia a Vedello (Centrale idroelettrica a 1000 m.) in estate si arriva ad Agneda. Nel nostro caso, ci siamo fermati a Vedello
Arrivati alla chiesetta e alle prime case di Agneda, proseguiamo sulla sinistra in piano per circa un chilometro fino a trovare un parcheggio ed un’area picnic recintata (m. 1228). Da questo punto il transito è consentito ai soli mezzi autorizzati.

Superiamo una stanga verde che troviamo alzata. Di fronte a noi vediamo le cime del gruppo Scais-Redorta.
Un rivolo d’acqua protetto da un muretto, scende dalla montagna e passa sotto la strada; anche l’acqua di una cascatella, poco dopo, segue la stessa sorte.
Ora il fondo della strada è in cemento. Passiamo accanto ad una grande roccia liscia.
La pendenza si accentua e procediamo con vari tornanti tra pini e larici. Più avanti il fondo ritorna sterrato e la pendenza più lieve.
Salendo possiamo ammirare il panorama dell’intera vallata e, dopo una curva, già vediamo il muraglione della diga che chiude il lago di Scais.
Quando il fondo stradale torna ad essere in cemento, troviamo un sentiero sulla sinistra (m. 1400) con l’indicazione per il Rifugio Mambretti e il segnavia a bandierina n. 251.
Lasciamo la strada e prendiamo il sentiero con il quale superiamo un ponte e iniziamo a salire al fresco di un bosco.
Ora percorriamo una mulattiera e alterniamo un tratto in piano ad un altro in salita.
Per un attimo usciamo dal bosco poi, dopo esserci rientrati, troviamo un rivolo d’acqua che bagna il sentiero rendendo i sassi un po’ scivolosi.
Nuovamente allo scoperto, vediamo di fronte a noi le due cime Scais-Redorta.
Continuiamo quasi in piano percorrendo un altro tratto tra gli alberi che termina nei pressi della diga.
Superiamo un capanno per gli attrezzi e raggiungiamo la casa del custode (m. 1484); una doppia scritta su di un muro indica il Rifugio Mambretti nella nostra direzione di marcia.
Superata una fontana all’altezza del muraglione della diga, proseguiamo alla sinistra del lago.

Ignoriamo un tunnel che corre parallelo alla sinistra del sentiero. In piano superiamo due tratti protetti verso il lago sottostante con picchetti e funi di acciaio.
Giunti in fondo al lago, nei pressi di una grande casa, troviamo un cartello che indica l’altezza: m. 1500; a sinistra la prosecuzione con il sentiero 251 verso il Rifugio Mambretti a ore 1.30, le baite di Caronno a ore 0.20 e il passo Scaletta a ore 3.20; mentre a destra il sentiero GVO verso la baita Cornascio a ore 0.15, il passo Forcellino a ore 2.15 e le baite Cigola a ore 3.15.
Andiamo a sinistra in leggera salita superando alcune case e un ponticello di legno.
Dopo un tratto in piano, riprendiamo a salire; troviamo una baita e la aggiriamo sul lato sinistro.
Superato un segnavia a bandierina con il numero 1, attraversiamo un prato circondato da abeti, poi rientriamo nel bosco e camminiamo su un sentiero pietroso.
All’uscita dal bosco troviamo un vasto pianoro (m. 1610) al centro del quale ci sono le due baite di Caronno e l’omonimo torrente superabile con un ponticello di legno; noi però dobbiamo proseguire diritto senza attraversarlo.
Il Rifugio Mambretti viene segnalato ad un ora di cammino. In alto a sinistra vediamo una cascata.

Al termine del pianoro riprendiamo a salire lievemente poi ci affianchiamo ad un torrente che poco dopo oltrepassiamo camminando in equilibrio su tre tronchi.
Subito troviamo un altro torrente che dobbiamo superare passando sopra alcuni massi che sporgono dall’acqua.
Riprendiamo a salire tra radi alberi di conifere. Su un masso troviamo il segnavia n. 1 e poco dopo l’altro segnavia GVO.
Ora il percorso diventa ripido. Troviamo alcuni segnavia a bandierina giallorossi e biancorossi.
Saliamo faticosamente con vari tornantini, accompagnati dalla vista del lago che pian piano rimpicciolisce sul fondo valle. Di tanto in tanto troviamo qualche gradino che facilita il cammino.
Un breve tratto in piano ci consente di tirare il fiato ma riprendiamo subito a salire.
Attraversiamo poi uno slargo (m. 1810) camminando quasi in piano e sotto il sole ma anche questa volta riprendiamo ben presto la ripida ascesa rientrando tra gli alberi.
Vediamo un cartello appeso ad un pino che dice: “Chi sale al rifugio è pregato di portare legna. Grazie.”
Continuiamo tra innumerevoli cespugli di rododendro.
Raggiungiamo finalmente un ripiano dal quale iniziamo a vedere il rifugio e con un ultimo tratto in salita lo raggiungiamo.

Tempo impiegato con ciaspola e neve fresca non battuta: ore 3.30 – Dislivello m. 1000

(liberamente adattato dalla relazione di DISKA)

 

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