Bivacco Forcola – nota tecnica

Il bivacco è situato nella parte alta della valle della Forcola presso l’omonimo alpeggio e gode di uno splendido panorama sulla piana dalla bassa Val Chiavenna fino al Lago di Novate Mezzola e sui monti circostanti tra i quali spicca l’aspra piramide del Pizzo di Prata (m. 2727). La porta è sempre aperta e il rifugio non è prenotabile. Per informazioni si chiama il Comune di Menarola 0343 32966 o il sig. Giuseppe Villa 334 94635978.
E’ una recente costruzione (inaugurata il 24 giugno 2001) ed è formato da due locali. A sinistra c’è una camera da letto con 12 brande a castello, materassi e coperte e un tavolo con relative panche; a destra invece c’è una cucina attrezzata con tavolo, sedie e sgabelli, fornello con bombola, lavandino, stufa economica, credenza, e stoviglie.

Con la s.s. 36 superiamo Verceia, Novate, Somaggia e S. Cassiano e poi prendiamo lo svincolo a sinistra per Gordona.
Proseguiamo poi per Menarola imboccando la provinciale 3 sulla sinistra, dopo un ponte sul torrente Crezza.
La strada collega le varie frazioni di Menarola e dopo Coloredo inizia a salire nel bosco. Superiamo l’isolato municipio del comune e successivamente le frazioni di Castanedi, Foppo di dentro e di fuori. Poco prima di arrivare a Voga troviamo un bivio: la strada prosegue sulla destra (Strada per Maggenghi) come pista silvo pastorale ma il traffico è consentito solo agli automezzi autorizzati.
Possiamo percorrere un breve tratto sulla sinistra (Via Voga) e lasciare la macchina in uno dei due parcheggi (m. 1038).

Tornati al bivio, iniziamo a salire lungo la stradina asfaltata. Procedendo con lieve pendenza superiamo un tavolone in legno con delle panche e alcune vecchie baite. Ignoriamo poi la stradina sulla sinistra per Cermine e il sentiero sulla destra per Cigolino. Presso un tornante troviamo un altro tavolo con panche e poco più avanti la costruzione dell’acquedotto.
Dopo aver superato alcune case e un traliccio dell’alta tensione (m. 1150); un segnavia sulla sinistra indica l’inizio del sentiero D4 (Dardano a 0.30, Alpe Buglio a 0.50, Passo Forcola a 2.45).
Potremmo anche continuare lungo la strada, che in seguito alterna tratti su fondo in cemento ad altri su sterrato, ed arriva fino a Dardano. Però allungheremmo il cammino a causa dei lunghi tornanti. Meglio prendere il sentiero; i due percorsi si riuniranno nei pressi di un altro traliccio, poco prima della fine della strada.

Seguendo i segnavia a bandierina di colore rosso bianco rosso, iniziamo a salire nel bosco, dapprima in modo lieve e poi più ripidamente.
Troviamo un bivio poco evidente (m. 1218) ove una palina segnavia indica: a sinistra il sentiero D4 per Dardano a 0.20, Buglio, il Passo Forcola a 2.35; e a destra il sentiero D1 per Cigolino a 1.30, Sommarovina a 2, Olmo a 2.30.
Troviamo un rivolo d’acqua che si immette sul sentiero e lo bagna per alcuni metri.
Ora il cammino si fa più ripido. Ad un bivio ignoriamo un sentiero che procede diritto verso alcune baite e giriamo a destra. Al bivio successivo andiamo a destra verso un traliccio passando sotto il quale ci riportiamo sulla stradina sterrata.
Prendiamo a sinistra e in piano arriviamo alle baite di Dardano (m. 1334).

Qui troviamo due sentieri: ignorato quello di sinistra che porta all’Alpe Scima (m. 1875), prendiamo quello che sale alla destra della fontana.
Il sentiero, tra larici e betulle, si divide e riunisce alcune volte.
Troviamo poi due cartelli in legno che indicano Forcola davanti a noi.
All’uscita dal bosco ci troviamo all’Alpe Buglio (m. 1544).
Passiamo poco più in basso rispetto a una croce in legno e alle baite (alcune abitate durante il periodo estivo), e raggiungiamo una fontana.
Ci fermiamo un attimo per dissetarci e per ammirare il panorama sulla sottostante vallata e sulla cerchia dei monti circostanti.

Riprendiamo il cammino verso i larici alla nostra sinistra. Dopo un tratto quasi in piano, ci abbassiamo di una diecina di metri.
Oltrepassiamo un ruscelletto che scende dalla montagna e poi risalendo alcuni gradini raggiungiamo un cancello di legno (m. 1570).
Apriamo e richiudiamo il cancello, come richiesto da un cartello, superiamo un altro ruscelletto e continuiamo a mezza costa in lieve salita verso la testata della valle. Sull’altro versante vediamo una cascata.
Dopo alcuni ripidi tornantini iniziamo a vedere il passo Forcola davanti a noi mentre su un dosso alla nostra sinistra distinguiamo le baite dell’Alpe Forcola e tra esse sulla destra il bivacco.
Superiamo un terrapieno che dovrebbe fare da letto ad un torrente che troviamo in secca e raggiungiamo un cancello in ferro (m. 1750).

Un cartello ci da il benvenuto all’Alpe Forcola. Apriamo e richiudiamo anche questo cancello e continuiamo in piano passando tra parecchi cespugli di rododendri e di mirtilli. Alcune tane nel terreno ci rammentano la presenza delle marmotte che infatti, di tanto in tanto, sentiamo fischiare.
Sull’altro versante vediamo una cascatella. Raggiungiamo un masso sul quale è dipinta una freccia verso sinistra e la scritta: Bivacco F.
Guadiamo il Crezza, che in questo punto è un piccolo torrente; di solito è sufficiente camminare sui sassi che affiorano. Potremmo anche proseguire per alcuni metri e girare più avanti prendendo un altro sentiero parallelo.
Sull’altro versante risaliamo un dosso oltrepassando in successione altri quattro rivoli che scendono e vanno a gettarsi nel torrente.
Infine arriviamo all’alpeggio; il bivacco è la prima costruzione. Nota: 200 metri prima del bivacco c’è un torrente da cui si può prendere acqua durante l’inverno

Tempo impiegato: ore 2.30 – Dislivello: m. 800

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