Carlo Emilio – Nota tecnica

Rifugio Carlo Emilio (GPS 46.363396° N 9.307114° E)

Partenza : S. Bernardo (m 1242)
Arrivo : Rifugio Carlo Emilio (m 2140)
Dislivello Complessivo : m 1000
Tempo di percorrenza : 3 h

Percorso

Dalla Strada Statale n.36 dello Spluga, 3Km dopo Chiavenna, prendere a sinistra direzione di S.Giacomo Filippo (m.522). Dopo circa 8 km di ripida salita, dopo aver oltrepassato Olmo, si supera la centrale idroelettrica, la frazione S. Bernardo e si prosegue su una strada in salita fino a dove si riesce e lasciamo l’auto sul bordo di questa strada. Da qui è necessario seguire il percorso che costituisce la prima tappa del “Trekking Valle Spluga“. la strada, sale subito ripidissimo, quasi a spezzare il fiato all’escursionista e poi inizia scendere verso il piccolo abitato di S. Antonio (m.1250). Rientrati nel bosco, saliamo per breve tratto fino ad immetterci di nuovo in una mulattiera (è il sentiero C25 che proviene dalla località Scanabecco). Subito dopo siamo nel bel mezzo di un secondo abitato noto come Caurga (m.1294), al limite del quale il nostro percorso cambia decisamente aspetto, perchè la pendenza si fa estremamente ripida. Un bellissimo lastricato, infatti, seppur molto agevole, ci fa prendere presto quota grazie a numerosi tornanti, inizialmente nel bel mezzo del bosco e poi via via siamo sempre più esposti al sole, con il bosco che si riduce a pochi alberi isolati. Cominciamo ad incontrare enormi macigni a lato del nostro sentiero, successivamente incontriamo una baita sulla quale un cartello ci dà il benvenuto a “Cor De Lavaz“, località a circa 1750 metri, ove possiamo prendere un attimo fiato nell’ammirare da vicino la morfologia della valle del Drogo e la curiosa località di Lendine, sul versante opposto della valle. Più lontano, invece, cominciamo già a vedere l’abitato di Chiavenna e le maggiori cime della Val Codera e della Bassa Valtellina. Risalendo di nuovo la nostra mulattiera, incontriamo ad un certo punto il luogo destinato ad ospitare gli elicotteri e la casa dei custodi della diga. Da qui, grazie ad un’ottima ma alquanto faticosa scalinata, arriviamo al muraglione della diga (Bacino del Truzzo) e lo percorriamo interamente, fino a portarci sulla sponda sinistra; siamo a 2088 metri di dislivello. L’ultima fatica consiste nel percorrere a mezzacosta un sentiero che corre sulla sinistra del lago fino ad aggirare, con un tratto un po’ esposto, un promontorio, dietro al quale si nascondono un secondo piccolo laghetto (lago Nero) ed il rifugio (m.2140).

 

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